Le nuove regole sul conto corrente in rosso e i doveri dell’amministratore di condominio.

pubblicato: sabato, 30 gennaio, 2021

Le nuove regole sul conto corrente in rosso e i doveri dell’amministratore di condominio.

Conti correnti e nuove regole

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Con l’arrivo dell’anno nuovo arriva una sgradita novità per le famiglie italiane e per le imprese: cambiano infatti le regole per la gestione dei conti in rosso.

Non saranno più consentiti gli addebiti automatici se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro conti correnti.

La nuova procedura comporta il rischio concreto di un improvviso stop ai pagamenti di utenze, contributi previdenziali e rate di finanziamenti, in quanto le banche potranno sospendere automaticamente i Rid, ossia lo strumento che permette di addebitare sul conto corrente le utenze.

Le nuove regole dell’EBA per i conti correnti in rosso

A partire dal 1° gennaio 2021 applicano le nuove regole sui conti correnti in rosso fissate

In particolare, l’Associazione bancaria europea ha deciso il blocco del Rid e la segnalazione del cliente alla Centrale dei Rischi in caso di tre mancati pagamenti mensili da almeno 100 euro.

In un difficile contesto economico come quello attuale la decisione rischia di pesare in maniera incisiva su famiglie e imprese, alle prese con seri problemi di liquidità per le conseguenze economiche legate alla pandemia da Coronavirus.

Coloro i quali sono alle prese con la perdita del lavoro o con il calo del fatturato dovuto alle varie chiusure secondo le aree geografiche e secondo i periodi, dovranno continuare a pagare le rate del mutuo, dei finanziamenti, delle bollette e delle utenze domestiche senza poter contare sull’aiuto dello scoperto di conto corrente.

Questa è una particolare forma di finanziamento che la banca concede al proprio cliente per poter effettuare qualsiasi tipo di pagamento, assegni, bonifici, prelievi anche in caso di mancanza di fondi sul conto.

Cosa si rischia ad andare in rosso

Secondo le nuove regole Eba, da gennaio 2021 il correntista che per più di 90 giorni non ha fondi sufficienti per pagare l’esigua somma di 100 euro vedrà bloccarsi il Rid – Rapporto interbancario diretto, ossia quel servizio con cui il cliente autorizza automaticamente la propria banca ad accettare sul proprio conto corrente gli addebiti provenienti da un particolare creditore, come la domiciliazione bancaria delle utenze domestiche.

Il Rid serve soprattutto per effettuare pagamenti periodici come bollette, rate di mutui o finanziamenti, affitti, stipendi, contributi previdenziali, ecc.

Non solo verrà bloccato il Rid, la banca sarà obbligata a segnalare il cliente alla centrale dei rischi con la conseguente iscrizione del correntista nella lista nera dei cattivi pagatori, evento che renderà molto più complicata qualsiasi richiesta di finanziamento da parte del correntista andato in rosso.

Un mancato pagamento di 100 euro, protratto per tre mesi, fa sì che il correntista venga classificato come cattivo pagatore, di conseguenza tutta la sua esposizione verso la banca verrà classificata come credito deteriorato o non performing loan (Npl).

Queste regole impatteranno non solo sulle famiglie e sulle imprese ma anche sul quel microcosmo sociale chiamato condominio.

I doveri dell’amministratore con riferimento al conto corrente.

Prima di tutto occorre individuare quali siano gli obblighi per l’amministratore condominiale con responsabilità di gestire il conto corrente condominiale; per capire quali possono essere le violazioni contestabili.

In estrema sintesi ricordiamo che l’amministratore:

  • ha l’obbligo di aprire per ciascun condominio che gestisce un conto corrente, bancariopostale, che deve essere quindi specifico per ogni immobile;
  • ha l’obbligo di utilizzare per ogni somma in entrata ed in uscita in modo esclusivoil conto corrente condominiale, con la conseguenza che, ad esempio, se l’amministratore riceve il pagamento di quote condominiali da parte di un condòmino non può utilizzare quel denaro immediatamente per pagare un fornitore ma dovrà farlo transitare prima dal conto;
  • ha l’obbligo di gestire il conto corrente condominiale in maniera tale da impedire qualunque possibilità di confusione tra il patrimoniodel condominio e il patrimonio personale o di altri condòmini.

L’amministratore di condominio è obbligato all’apertura del conto corrente condominiale

Il nuovo articolo 1129 del Codice Civile al comma 7 prevede che l’obbligo dell’amministratore di far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi, nonché quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su uno specifico conto corrente, postale o bancario, intestato al condominio.

Prima della riforma nessuna norma gli imponeva questo tipo di obbligo.

L’amministratore successivamente alla sua nomina, deve recarsi presso la posta o la banca che ritiene più conveniente (salvo specifica indicazione dell’assemblea) ed aprire il conto corrente del condominio.

Così come, il nuovo amministratore, munito di delibera di nomina, deve procedere alla variazione dell’intestazione del conto corrente già aperto dal collega che lo ha preceduto.

La norma peraltro non dice nulla in merito alle modalità pratiche di utilizzazione del conto, che tuttavia potranno essere opportunamente disciplinate con una specifica delibera dell’assemblea o nel regolamento.

Vale la pena di ricordare che l’art.1129 del Codice Civile annovera tra le “gravi irregolarità” la mancata apertura e utilizzazione del conto corrente che possono portare alla revoca dell’incarico conferitogli.

L’obbligo di riscossione dei contributi condominiali

Tra le attribuzioni dell’amministratore di condominio figura anche quella relativa alla riscossione dei contributi e all’erogazione delle spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell’edificio e per l’esercizio dei servizi comuni.

Quindi la riscossione dei contributi rappresenta un vero e proprio obbligo a carico dell’amministratore. La sua eventuale inerzia rischia di ripercuotersi sulla gestione dei beni comuni.

E a proposito di conto corrente “in rosso”, se l’amministratore non si attiva per la riscossione delle quote dei singoli condomini, rischia di non disporre dei fondi necessari per fare fronte a tutta una serie di pagamenti (bollette della luce, riscaldamento centralizzato, compensi ai fornitori, come ad esempio la ditta di pulizie o di sanificazione, oppure alle ditte che non hanno effettuato i lavori per il condominio).

L’amministratore è responsabile dello scoperto del conto condominiale?

Esiste la responsabilità dell’amministratore per le passività del conto corrente del condominio quando il gestore non ha adempiuto alla riscossione delle quote condominiali da parte di tutti i condòmini, così causando l’assenza dei fondi necessari sul conto corrente per i pagamenti dei fornitori o dei servizi, come le bollette della luce o le spese del riscaldamento centralizzato.

Un esempio concreto lo troviamo in una recentissima pronuncia del Tribunale di Massa, la sentenza n. 15/2020, che ha condannato un amministratore al risarcimento dei danni in favore degli amministrati per aver omesso la riscossione delle quote condominiali e, così, aver determinato la creazione sul conto corrente di ‘ingiustificate passività‘.

La nuova normativa esordisce in un momento difficile a livello sociale ed economico e l’augurio è che gli istituti bancari adottino processi per analizza re quali sono i reali default e quali le posizioni con da gestire con maggiore sensibilità e tolleranza.

MONITORARE LA LIQUIDITA’ presente sul conto corrente del condominio e gestire con metodo il fenomeno delle morosità, diventa no attività ancora più cruciali, dal momento che contribuiscono a mantenere la liquidità necessaria a non rischiare che il conto condominiale resti scoperto.

Nell’attività di gestione delle morosità condominiali, il Report Patrimoniale Due Diligence, disponibile su persone e imprese, aiuta l’amministratore di condominio a valutare con esattezza l’opportunità di procedere, e le modalità più efficaci;

Le informazioni consentono di accertare quadro economico e patrimoniale del debitore, così da rendere strategica ef efficace l’azione di recupero del credito tramite azione legale.

Uno strumento necessario per l’amministratore e per l’avvocato, in grado di fare la differenza nella gestione di tutte le situazioni di morosità conclamata

Fonte: https://www.condominioweb.com/conti-correnti-e-nuove-regole.17772

GECOSEI di Giuseppina Napolitano

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